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12 Agosto 2020animali domestici / cani / consigli utili / curiositàPettorina o collare cosa scegliere? E’ quello che ci si chiede sempre quando si adotta un cane, e la scelta non sempre facile ed ovvia.
E’ l’eterno dilemma quando si porta a casa un cucciolo di cane, cosa andrà meglio? la pettorina o il collare? In realtà non siamo poi noi a decidere, ma il nostro cane in effetti.
Partiamo però da un punto in comune, che sia collare o pettorina lo scopo è quello di guidarlo in modo corretto e senza fargli male quando lo portiamo fuori per una passeggiata e che se non abbiamo instaurato prima un buon rapporto con il nostro cane, avremo comunque difficoltà a gestirlo.
Cosa troviamo in commercio e cosa viene consigliato anche in base alla taglia del nostro cane?
La prima cosa da sapere è che, con il collare viene fatta pressione sul collo del cane, mentre con la pettorina la si fa sul dorso e sul petto.
Nel primo caso, bisogna fare attenzione a non creare dei traumi all’animale quando si cerca di contenerlo o indirizzarlo verso un’altra direzione, nel secondo caso fare attenzione alla postura che assume il cane quando cammina a causa della imbragatura che potrebbe risultargli ingombrante.
Esiste il collare fisso, che non si allarga e non si stringe, a meno che non lo si faccia manualmente prima di applicarlo. Non deve essere nè troppo largo nè troppo stretto, altrimenti il cane potrebbe sfilarselo o farsi male. La giusta misura è quella che prevede la larghezza di un dito tra collare e collo del cane.
Abbiamo il collare semistrozzo o strozzo, nel primo la sua forma cambia in base alla trazione che opera il guinzaglio sul cane, il secondo, di solito è realizzato in maglie metalliche più o meno grandi in base alle dimensioni del collare, consigliati solo a chi ha molta dimestichezza con il prodotto per evitare traumi all’animale.
Poi ci sono le pettorine Svedese ad H , la Norvegese a Y e quella a X, ognuna di loro più o meno ingombranti e facili da gestire nella vestizione, tutte più o meno confortevoli nel momento in cui si fa pressione per controllare l’animale.
Inutile dire che la scelta tra il collare o la pettorina non spetta solo a noi, ma anche al nostro amico a quattro zampe, così quando andiamo in negozio oltre ad affidarci ai consigli del venditore, facciamo indossare il supporto direttamente al cane e vediamo la sua reazione, perchè ricordiamoci che la prima cosa è il suo benessere.
[...]
2 Ottobre 2020consigli utili / curiosità / gatti / microchip / sterilizzazione gattoLa sterilizzazione del gatto o della gatta è un intervento chirurgico sempre più praticato soprattutto per il benessere dell’animale.
L’intervento di sterilizzazione su di una gatta, consiste nell’esportazione delle ovaie, mediante un’ incisione nell’addome, mentre nel gatto maschio vengono esportati i testicoli.
Naturalmente questo tipo di intervento, non deve essere per forza praticato, perchè non si tratta di un intervento chirurgico necessario per la sopravvivenza dell’animale, ma diversi studi scientifici dimostrano che la sterilizzazione porta una serie di benefici alla salute ed al benessere dell’animale.
Infatti, le gatte sterilizzate hanno minor probabilità di sviluppare tumori alla mammella o all’utero , ed evitando rapporti con i maschi, si riducono notevolmente i rischi di contrarre malattie a trasmissione sessuale come la FIV, (immunodeficienza felina).
Anche per il gatto la sterilizzazione comporta dei benefici fisici, come ad esempio:
minor possibilità di sviluppare patologie prostatiche e patologie testicolari
minor possibilità di contrarre la FIV
meno traumi da combattimento con altri felini nel periodo dell’accoppiamento
netta riduzione del comportamento di marcatura ( spruzzare l’urina in giro per delimitare il proprio territorio).
E’ importante anche sapere, che la sterilizzazione del gatto o della gatta, pur modificando il comportamento sessuale dell’animale, non ne altera il carattere o l’intelligenza e neanche il suo essere affettuoso e gioviale.
L’unica cosa che spesso si verifica dopo un intervento di sterilizzazione, è l’aumento del peso , che non è direttamente legato alla sterilizzazione, ma ad un rallentamento del metabolismo dovuto al fatto che l’animale si muove di meno, si impigrisce, si annoia più facilmente, soprattutto se vive in appartamento, e mangia più spesso.
Ma tutto questo può essere tranquillamente controllato dal proprietario del gatto, che dovrà provvedere ad una alimentazione adeguata, e a fargli fare attività fisica, con dei giochi per esempio, per consentirgli di bruciare maggiori energie.
Come funziona l’intervento di sterilizzazione?
La procedura di sterilizzazione è simile sia per il gatto maschio che per la femmina. In entrambi i casi, dovrà rimanere a digiuno per le 12 ore precedenti all’intervento, per consentire al medico veterinario di eseguire l’anestesia totale in tranquillità.
L’intervento sul gatto femmina richiede un po’ più di tempo rispetto a quello del maschio, perchè più invasivo, e questo comporta di conseguenza,un periodo di convalescenza un po’ più lungo, e qualche disturbo o piccolo dolore in più.
Normalmente al gatto femmina viene applicato anche il collare elisabettiamo, per evitare che nei giorni di convalescenza lecchi l’addome ed i punti di sutura, e se il veterinario lo riterrà opportuno, prescriverà anche qualche antidolorifico o antibiotico.
Se per il gatto maschio, la ripresa dall’intervento è quasi immediata, per la gatta è un po’ diverso e quindi si consiglia di tenerla in un posto tranquillo, con la lattiera vicino e di controllare che i punti non presentino segni di infezione o rigonfiamenti.
Si consiglia di tenerla in casa almeno per i primi giorni dopo l’intervento e di farla mangiare dal secondo giorno dopo l’intervento.
Quanto costa sterilizzare il gatto?
Il costo per la sterilizzazione del gatto o gatta cambia in base allo studio veterinario che lo pratica ed alla città, ma il range di spesa va dagli 80 ai 150 euro, salvo complicazioni durante l’intervento o post intervento.
Se invece si adotta un gatto da associazioni o rifugi per gatti abbandonati o randagi, di solito vengono dati già sterilizzati e con il microchip, ed accettano solo donazioni che servono poi alla copertura delle spese effettivamente sostenute per l’intervento. [...]
18 Settembre 2020animali domestici / animali speciali / asino / cibo animali / malattie / pet therapyIn passato allevato per aiutare l’uomo nei lavori pesanti, per il trasporto di merce o per la sua carne, oggi l’asino diventa animale da compagnia e non solo.
Intelligente, curioso, paziente, socievole, ama la compagnia e per niente cocciuto o pigro. L’asino ha i suoi tempi, sia per fare amicizia che nei movimenti, ed è sicuramente un ottimo giardiniere molto apprezzato se si vive in campagna.
Di cosa ha bisogno un asinello ?
Certamente è impensabile allevare un asino se non si dispone di uno spazio all’aperto di circa 2/3mila mq recintato da dedicare solo a lui, dove poter brucare erba e gironzolare tutto il giorno.
E’ necessario avere anche un luogo al chiuso, dove il ciuchino possa dormire, ripararsi dal freddo e dalla pioggia, con acqua fresca , luce e un comodo giaciglio fatto di paglia d’orzo che faccia anche da lettiera.
Per la sua indole socievole, l’asino ha bisogno di compagnia, che può essere data da un altro asinello o anche da altri animali da cortile, come caprette, oche, pecore, galline o cani.
L’asino segue una alimentazione ricca di fibre, ama brucare l’erba fresca nella bella stagione, sostituita dal fieno di pascolo in inverno.
Come per tutti gli equini, anche gli asini devono mangiare poco e spesso, devono integrare la loro dieta con il sale minerale per equini da leccare ed acqua.
Devono fare molto movimento, pascolare anche in inverno diventa così molto importante per evitare problemi di obesità. Per lo stesso motivo, sono sconsigliati cibi molto ricchi di zuccheri e carboidrati, ma possiamo sempre coccolarli con mele, carote e banane , date con oculatezza.
Gli asinelli sono pericolosi?
No, non sono animali pericolosi, infatti sono tra gli animali scelti per la pet therapy, che nel loro caso si definisce onoterapia, praticata sulle persone che hanno difficoltà e/o con patologie che limitano i legami affettivo-emozionali.
Si è vero quello che si dice sui calci degli asini, ma lo fanno solo se si sentono infastiditi o in pericolo oppure a disagio, e lo fanno sempre avvertendo prima, sventolando la cosa e battendo i piedi a terra e poi, prima di sferrare un calcio, l’asino si allontana. Di solito questo comportamento l’asino lo ha se si trova legato, costretto nei movimenti, quindi basta aspettare che si calmi e tutto va a posto.
Quanto costa mantenere un asino?
Le cifre per il mantenimento di un ciuchino variano molto, anche se in media si può parlare di cifre tra i 500 e i 600 auro annui, considerando i costi per l’acquisto del fieno e della paglia, del maniscalco per la cura degli zoccoli, e per le spese veterinarie.
Gli asini devono ovviamente essere registrati sia presso l’usl veterinaria che all’APA , e devono avere un passaporto equino per poter essere acquistati legalmente e dotati di microchip identificativo.
Devono essere vaccinati ogni anno contro il tetano, l’influenza e il cimurro equino e periodicamente devono essere controllati da un dentista equino per verificare la corretta crescita dei denti.
[...]
12 Agosto 2020animali domestici / cani / consigli utili / curiositàPettorina o collare cosa scegliere? E’ quello che ci si chiede sempre quando si adotta un cane, e la scelta non sempre facile ed ovvia.
E’ l’eterno dilemma quando si porta a casa un cucciolo di cane, cosa andrà meglio? la pettorina o il collare? In realtà non siamo poi noi a decidere, ma il nostro cane in effetti.
Partiamo però da un punto in comune, che sia collare o pettorina lo scopo è quello di guidarlo in modo corretto e senza fargli male quando lo portiamo fuori per una passeggiata e che se non abbiamo instaurato prima un buon rapporto con il nostro cane, avremo comunque difficoltà a gestirlo.
Cosa troviamo in commercio e cosa viene consigliato anche in base alla taglia del nostro cane?
La prima cosa da sapere è che, con il collare viene fatta pressione sul collo del cane, mentre con la pettorina la si fa sul dorso e sul petto.
Nel primo caso, bisogna fare attenzione a non creare dei traumi all’animale quando si cerca di contenerlo o indirizzarlo verso un’altra direzione, nel secondo caso fare attenzione alla postura che assume il cane quando cammina a causa della imbragatura che potrebbe risultargli ingombrante.
Esiste il collare fisso, che non si allarga e non si stringe, a meno che non lo si faccia manualmente prima di applicarlo. Non deve essere nè troppo largo nè troppo stretto, altrimenti il cane potrebbe sfilarselo o farsi male. La giusta misura è quella che prevede la larghezza di un dito tra collare e collo del cane.
Abbiamo il collare semistrozzo o strozzo, nel primo la sua forma cambia in base alla trazione che opera il guinzaglio sul cane, il secondo, di solito è realizzato in maglie metalliche più o meno grandi in base alle dimensioni del collare, consigliati solo a chi ha molta dimestichezza con il prodotto per evitare traumi all’animale.
Poi ci sono le pettorine Svedese ad H , la Norvegese a Y e quella a X, ognuna di loro più o meno ingombranti e facili da gestire nella vestizione, tutte più o meno confortevoli nel momento in cui si fa pressione per controllare l’animale.
Inutile dire che la scelta tra il collare o la pettorina non spetta solo a noi, ma anche al nostro amico a quattro zampe, così quando andiamo in negozio oltre ad affidarci ai consigli del venditore, facciamo indossare il supporto direttamente al cane e vediamo la sua reazione, perchè ricordiamoci che la prima cosa è il suo benessere.
[...]
2 Ottobre 2020consigli utili / curiosità / gatti / microchip / sterilizzazione gattoLa sterilizzazione del gatto o della gatta è un intervento chirurgico sempre più praticato soprattutto per il benessere dell’animale.
L’intervento di sterilizzazione su di una gatta, consiste nell’esportazione delle ovaie, mediante un’ incisione nell’addome, mentre nel gatto maschio vengono esportati i testicoli.
Naturalmente questo tipo di intervento, non deve essere per forza praticato, perchè non si tratta di un intervento chirurgico necessario per la sopravvivenza dell’animale, ma diversi studi scientifici dimostrano che la sterilizzazione porta una serie di benefici alla salute ed al benessere dell’animale.
Infatti, le gatte sterilizzate hanno minor probabilità di sviluppare tumori alla mammella o all’utero , ed evitando rapporti con i maschi, si riducono notevolmente i rischi di contrarre malattie a trasmissione sessuale come la FIV, (immunodeficienza felina).
Anche per il gatto la sterilizzazione comporta dei benefici fisici, come ad esempio:
minor possibilità di sviluppare patologie prostatiche e patologie testicolari
minor possibilità di contrarre la FIV
meno traumi da combattimento con altri felini nel periodo dell’accoppiamento
netta riduzione del comportamento di marcatura ( spruzzare l’urina in giro per delimitare il proprio territorio).
E’ importante anche sapere, che la sterilizzazione del gatto o della gatta, pur modificando il comportamento sessuale dell’animale, non ne altera il carattere o l’intelligenza e neanche il suo essere affettuoso e gioviale.
L’unica cosa che spesso si verifica dopo un intervento di sterilizzazione, è l’aumento del peso , che non è direttamente legato alla sterilizzazione, ma ad un rallentamento del metabolismo dovuto al fatto che l’animale si muove di meno, si impigrisce, si annoia più facilmente, soprattutto se vive in appartamento, e mangia più spesso.
Ma tutto questo può essere tranquillamente controllato dal proprietario del gatto, che dovrà provvedere ad una alimentazione adeguata, e a fargli fare attività fisica, con dei giochi per esempio, per consentirgli di bruciare maggiori energie.
Come funziona l’intervento di sterilizzazione?
La procedura di sterilizzazione è simile sia per il gatto maschio che per la femmina. In entrambi i casi, dovrà rimanere a digiuno per le 12 ore precedenti all’intervento, per consentire al medico veterinario di eseguire l’anestesia totale in tranquillità.
L’intervento sul gatto femmina richiede un po’ più di tempo rispetto a quello del maschio, perchè più invasivo, e questo comporta di conseguenza,un periodo di convalescenza un po’ più lungo, e qualche disturbo o piccolo dolore in più.
Normalmente al gatto femmina viene applicato anche il collare elisabettiamo, per evitare che nei giorni di convalescenza lecchi l’addome ed i punti di sutura, e se il veterinario lo riterrà opportuno, prescriverà anche qualche antidolorifico o antibiotico.
Se per il gatto maschio, la ripresa dall’intervento è quasi immediata, per la gatta è un po’ diverso e quindi si consiglia di tenerla in un posto tranquillo, con la lattiera vicino e di controllare che i punti non presentino segni di infezione o rigonfiamenti.
Si consiglia di tenerla in casa almeno per i primi giorni dopo l’intervento e di farla mangiare dal secondo giorno dopo l’intervento.
Quanto costa sterilizzare il gatto?
Il costo per la sterilizzazione del gatto o gatta cambia in base allo studio veterinario che lo pratica ed alla città, ma il range di spesa va dagli 80 ai 150 euro, salvo complicazioni durante l’intervento o post intervento.
Se invece si adotta un gatto da associazioni o rifugi per gatti abbandonati o randagi, di solito vengono dati già sterilizzati e con il microchip, ed accettano solo donazioni che servono poi alla copertura delle spese effettivamente sostenute per l’intervento. [...]
18 Settembre 2020animali domestici / animali speciali / asino / cibo animali / malattie / pet therapyIn passato allevato per aiutare l’uomo nei lavori pesanti, per il trasporto di merce o per la sua carne, oggi l’asino diventa animale da compagnia e non solo.
Intelligente, curioso, paziente, socievole, ama la compagnia e per niente cocciuto o pigro. L’asino ha i suoi tempi, sia per fare amicizia che nei movimenti, ed è sicuramente un ottimo giardiniere molto apprezzato se si vive in campagna.
Di cosa ha bisogno un asinello ?
Certamente è impensabile allevare un asino se non si dispone di uno spazio all’aperto di circa 2/3mila mq recintato da dedicare solo a lui, dove poter brucare erba e gironzolare tutto il giorno.
E’ necessario avere anche un luogo al chiuso, dove il ciuchino possa dormire, ripararsi dal freddo e dalla pioggia, con acqua fresca , luce e un comodo giaciglio fatto di paglia d’orzo che faccia anche da lettiera.
Per la sua indole socievole, l’asino ha bisogno di compagnia, che può essere data da un altro asinello o anche da altri animali da cortile, come caprette, oche, pecore, galline o cani.
L’asino segue una alimentazione ricca di fibre, ama brucare l’erba fresca nella bella stagione, sostituita dal fieno di pascolo in inverno.
Come per tutti gli equini, anche gli asini devono mangiare poco e spesso, devono integrare la loro dieta con il sale minerale per equini da leccare ed acqua.
Devono fare molto movimento, pascolare anche in inverno diventa così molto importante per evitare problemi di obesità. Per lo stesso motivo, sono sconsigliati cibi molto ricchi di zuccheri e carboidrati, ma possiamo sempre coccolarli con mele, carote e banane , date con oculatezza.
Gli asinelli sono pericolosi?
No, non sono animali pericolosi, infatti sono tra gli animali scelti per la pet therapy, che nel loro caso si definisce onoterapia, praticata sulle persone che hanno difficoltà e/o con patologie che limitano i legami affettivo-emozionali.
Si è vero quello che si dice sui calci degli asini, ma lo fanno solo se si sentono infastiditi o in pericolo oppure a disagio, e lo fanno sempre avvertendo prima, sventolando la cosa e battendo i piedi a terra e poi, prima di sferrare un calcio, l’asino si allontana. Di solito questo comportamento l’asino lo ha se si trova legato, costretto nei movimenti, quindi basta aspettare che si calmi e tutto va a posto.
Quanto costa mantenere un asino?
Le cifre per il mantenimento di un ciuchino variano molto, anche se in media si può parlare di cifre tra i 500 e i 600 auro annui, considerando i costi per l’acquisto del fieno e della paglia, del maniscalco per la cura degli zoccoli, e per le spese veterinarie.
Gli asini devono ovviamente essere registrati sia presso l’usl veterinaria che all’APA , e devono avere un passaporto equino per poter essere acquistati legalmente e dotati di microchip identificativo.
Devono essere vaccinati ogni anno contro il tetano, l’influenza e il cimurro equino e periodicamente devono essere controllati da un dentista equino per verificare la corretta crescita dei denti.
[...]
12 Agosto 2020animali domestici / cani / consigli utili / curiositàPettorina o collare cosa scegliere? E’ quello che ci si chiede sempre quando si adotta un cane, e la scelta non sempre facile ed ovvia.
E’ l’eterno dilemma quando si porta a casa un cucciolo di cane, cosa andrà meglio? la pettorina o il collare? In realtà non siamo poi noi a decidere, ma il nostro cane in effetti.
Partiamo però da un punto in comune, che sia collare o pettorina lo scopo è quello di guidarlo in modo corretto e senza fargli male quando lo portiamo fuori per una passeggiata e che se non abbiamo instaurato prima un buon rapporto con il nostro cane, avremo comunque difficoltà a gestirlo.
Cosa troviamo in commercio e cosa viene consigliato anche in base alla taglia del nostro cane?
La prima cosa da sapere è che, con il collare viene fatta pressione sul collo del cane, mentre con la pettorina la si fa sul dorso e sul petto.
Nel primo caso, bisogna fare attenzione a non creare dei traumi all’animale quando si cerca di contenerlo o indirizzarlo verso un’altra direzione, nel secondo caso fare attenzione alla postura che assume il cane quando cammina a causa della imbragatura che potrebbe risultargli ingombrante.
Esiste il collare fisso, che non si allarga e non si stringe, a meno che non lo si faccia manualmente prima di applicarlo. Non deve essere nè troppo largo nè troppo stretto, altrimenti il cane potrebbe sfilarselo o farsi male. La giusta misura è quella che prevede la larghezza di un dito tra collare e collo del cane.
Abbiamo il collare semistrozzo o strozzo, nel primo la sua forma cambia in base alla trazione che opera il guinzaglio sul cane, il secondo, di solito è realizzato in maglie metalliche più o meno grandi in base alle dimensioni del collare, consigliati solo a chi ha molta dimestichezza con il prodotto per evitare traumi all’animale.
Poi ci sono le pettorine Svedese ad H , la Norvegese a Y e quella a X, ognuna di loro più o meno ingombranti e facili da gestire nella vestizione, tutte più o meno confortevoli nel momento in cui si fa pressione per controllare l’animale.
Inutile dire che la scelta tra il collare o la pettorina non spetta solo a noi, ma anche al nostro amico a quattro zampe, così quando andiamo in negozio oltre ad affidarci ai consigli del venditore, facciamo indossare il supporto direttamente al cane e vediamo la sua reazione, perchè ricordiamoci che la prima cosa è il suo benessere.
[...]
2 Ottobre 2020consigli utili / curiosità / gatti / microchip / sterilizzazione gattoLa sterilizzazione del gatto o della gatta è un intervento chirurgico sempre più praticato soprattutto per il benessere dell’animale.
L’intervento di sterilizzazione su di una gatta, consiste nell’esportazione delle ovaie, mediante un’ incisione nell’addome, mentre nel gatto maschio vengono esportati i testicoli.
Naturalmente questo tipo di intervento, non deve essere per forza praticato, perchè non si tratta di un intervento chirurgico necessario per la sopravvivenza dell’animale, ma diversi studi scientifici dimostrano che la sterilizzazione porta una serie di benefici alla salute ed al benessere dell’animale.
Infatti, le gatte sterilizzate hanno minor probabilità di sviluppare tumori alla mammella o all’utero , ed evitando rapporti con i maschi, si riducono notevolmente i rischi di contrarre malattie a trasmissione sessuale come la FIV, (immunodeficienza felina).
Anche per il gatto la sterilizzazione comporta dei benefici fisici, come ad esempio:
minor possibilità di sviluppare patologie prostatiche e patologie testicolari
minor possibilità di contrarre la FIV
meno traumi da combattimento con altri felini nel periodo dell’accoppiamento
netta riduzione del comportamento di marcatura ( spruzzare l’urina in giro per delimitare il proprio territorio).
E’ importante anche sapere, che la sterilizzazione del gatto o della gatta, pur modificando il comportamento sessuale dell’animale, non ne altera il carattere o l’intelligenza e neanche il suo essere affettuoso e gioviale.
L’unica cosa che spesso si verifica dopo un intervento di sterilizzazione, è l’aumento del peso , che non è direttamente legato alla sterilizzazione, ma ad un rallentamento del metabolismo dovuto al fatto che l’animale si muove di meno, si impigrisce, si annoia più facilmente, soprattutto se vive in appartamento, e mangia più spesso.
Ma tutto questo può essere tranquillamente controllato dal proprietario del gatto, che dovrà provvedere ad una alimentazione adeguata, e a fargli fare attività fisica, con dei giochi per esempio, per consentirgli di bruciare maggiori energie.
Come funziona l’intervento di sterilizzazione?
La procedura di sterilizzazione è simile sia per il gatto maschio che per la femmina. In entrambi i casi, dovrà rimanere a digiuno per le 12 ore precedenti all’intervento, per consentire al medico veterinario di eseguire l’anestesia totale in tranquillità.
L’intervento sul gatto femmina richiede un po’ più di tempo rispetto a quello del maschio, perchè più invasivo, e questo comporta di conseguenza,un periodo di convalescenza un po’ più lungo, e qualche disturbo o piccolo dolore in più.
Normalmente al gatto femmina viene applicato anche il collare elisabettiamo, per evitare che nei giorni di convalescenza lecchi l’addome ed i punti di sutura, e se il veterinario lo riterrà opportuno, prescriverà anche qualche antidolorifico o antibiotico.
Se per il gatto maschio, la ripresa dall’intervento è quasi immediata, per la gatta è un po’ diverso e quindi si consiglia di tenerla in un posto tranquillo, con la lattiera vicino e di controllare che i punti non presentino segni di infezione o rigonfiamenti.
Si consiglia di tenerla in casa almeno per i primi giorni dopo l’intervento e di farla mangiare dal secondo giorno dopo l’intervento.
Quanto costa sterilizzare il gatto?
Il costo per la sterilizzazione del gatto o gatta cambia in base allo studio veterinario che lo pratica ed alla città, ma il range di spesa va dagli 80 ai 150 euro, salvo complicazioni durante l’intervento o post intervento.
Se invece si adotta un gatto da associazioni o rifugi per gatti abbandonati o randagi, di solito vengono dati già sterilizzati e con il microchip, ed accettano solo donazioni che servono poi alla copertura delle spese effettivamente sostenute per l’intervento. [...]
18 Settembre 2020animali domestici / animali speciali / asino / cibo animali / malattie / pet therapyIn passato allevato per aiutare l’uomo nei lavori pesanti, per il trasporto di merce o per la sua carne, oggi l’asino diventa animale da compagnia e non solo.
Intelligente, curioso, paziente, socievole, ama la compagnia e per niente cocciuto o pigro. L’asino ha i suoi tempi, sia per fare amicizia che nei movimenti, ed è sicuramente un ottimo giardiniere molto apprezzato se si vive in campagna.
Di cosa ha bisogno un asinello ?
Certamente è impensabile allevare un asino se non si dispone di uno spazio all’aperto di circa 2/3mila mq recintato da dedicare solo a lui, dove poter brucare erba e gironzolare tutto il giorno.
E’ necessario avere anche un luogo al chiuso, dove il ciuchino possa dormire, ripararsi dal freddo e dalla pioggia, con acqua fresca , luce e un comodo giaciglio fatto di paglia d’orzo che faccia anche da lettiera.
Per la sua indole socievole, l’asino ha bisogno di compagnia, che può essere data da un altro asinello o anche da altri animali da cortile, come caprette, oche, pecore, galline o cani.
L’asino segue una alimentazione ricca di fibre, ama brucare l’erba fresca nella bella stagione, sostituita dal fieno di pascolo in inverno.
Come per tutti gli equini, anche gli asini devono mangiare poco e spesso, devono integrare la loro dieta con il sale minerale per equini da leccare ed acqua.
Devono fare molto movimento, pascolare anche in inverno diventa così molto importante per evitare problemi di obesità. Per lo stesso motivo, sono sconsigliati cibi molto ricchi di zuccheri e carboidrati, ma possiamo sempre coccolarli con mele, carote e banane , date con oculatezza.
Gli asinelli sono pericolosi?
No, non sono animali pericolosi, infatti sono tra gli animali scelti per la pet therapy, che nel loro caso si definisce onoterapia, praticata sulle persone che hanno difficoltà e/o con patologie che limitano i legami affettivo-emozionali.
Si è vero quello che si dice sui calci degli asini, ma lo fanno solo se si sentono infastiditi o in pericolo oppure a disagio, e lo fanno sempre avvertendo prima, sventolando la cosa e battendo i piedi a terra e poi, prima di sferrare un calcio, l’asino si allontana. Di solito questo comportamento l’asino lo ha se si trova legato, costretto nei movimenti, quindi basta aspettare che si calmi e tutto va a posto.
Quanto costa mantenere un asino?
Le cifre per il mantenimento di un ciuchino variano molto, anche se in media si può parlare di cifre tra i 500 e i 600 auro annui, considerando i costi per l’acquisto del fieno e della paglia, del maniscalco per la cura degli zoccoli, e per le spese veterinarie.
Gli asini devono ovviamente essere registrati sia presso l’usl veterinaria che all’APA , e devono avere un passaporto equino per poter essere acquistati legalmente e dotati di microchip identificativo.
Devono essere vaccinati ogni anno contro il tetano, l’influenza e il cimurro equino e periodicamente devono essere controllati da un dentista equino per verificare la corretta crescita dei denti.
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